Sarà capitato a molte di noi nell’adolescenza, sentire i nostri genitori che commentavano arrabbiati il costo della bolletta del telefono. E bastava ben poco a loro per capire che l’innalzamento della spesa era dovuto al fatto che noi avevamo iniziato a telefonarci di continuo con amici, amiche, fidanzati e fidanzate.
Allora arrivavano da noi decretando che da quel giorno si sarebbe dovuto dare una stretta.
Oggi è tutto gratuito: il messaggio, la telefonata, la videochiamata.
Questo comporta che, come genitori, non sia possibile fare leva sul lato economico che, tendenzialmente, è quello che ci fa sentire più autorizzati a mettere paletti.
Finisce così che diventa quasi impossibile impedire che i nostri figli e figlie, dai dieci, undici, dodici anni, passino le serate non più con noi sul divano ma nelle loro camere a chattare, videochiamare o giocare online.
Sempre più accade, inoltre, che se usciamo da quelle camerette e andiamo in salotto, nemmeno qui c’è una televisione accesa ma due adulti chiusi nel loro mondo fatto di serie TV, chat della scuola, chat del calcetto, canali youtube e così via.
Dove è, oggi, il tempo della famiglia all’interno della giornata?
Può un terreno mai coltivato o coltivato solo in sporadiche occasioni, seppur a volte grandiose, restare fertile?
Senza recuperare un tempo esclusivo, sono convinto che anche le terapie familiari diventeranno sempre più semplicemente un alibi per dire a noi stesse di aver provato di tutto per fare funzionare le cose, pure andare dallo psicoterapeuta familiare!