Credo che il problema sia stato prendere la descrizione di Bauman della realtà come liquida pensando che fosse una direzione.
Siamo passati da una realtà rigida a una liquida. Quella rigida é immutabile, ma quella liquida non si afferra. Quella liquida é fluida ma qualunque fluido in un contenitore diventa piatto.
Siamo passati da “le cose le fanno solo i professionisti affermati” che impediva a moltissimi di emergere a meno che non fossero ricchi o servizievoli (anzi meglio entrambe le cose) a “tutti possono fare tutto” togliendo valore e spessore alla formazione.
Si dice di investire sulla formazione ma di fatto si monetizzano tutte quelle piattaforme che permettono di emergere senza professionalità alcuna.
Così poco importa se uno non ha studiato niente di Freud: se un’idea che mette sul web diventa di moda (virale, é più moderno), tutti lo prenderanno come un guru della psicologia. Poi ci stupiamo se un paziente dice a un medico quale è la sua diagnosi.
Si dice che la fluidità porta un guadagno per la libertà dell’identità di genere. Può essere vero fino al punto in cui permette al ragazzo o alla ragazza che non si sente del proprio sesso biologico di poterlo esternare senza sentirsi sbagliato/a ma quando si arriva a dire “quando vi rivolgete a me, fatelo dando del loro” come ha fatto Demi Lovato, beh allora l’assurdo supera il guadagno.
Se pensiamo a quante personalità ci sono in ognuno di noi allora non importerebbe scomodare l’identità di genere per chiedere che ci si rivolga a noi usando il pronome loro. E questo già lo spiegava Pirandello.
Concludo riportando le parole con cui Umberto Eco spiegava Bauman: “Con la crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi. Questo soggettivismo ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile, da cui una situazione in cui, mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità. Si perde la certezza del diritto e le uniche soluzioni per l’individuo senza punti di riferimento sono da un lato l’apparire a tutti costi, l’apparire come valore e il consumismo. Però si tratta di un consumismo che non mira al possesso di oggetti di desiderio in cui appagarsi, ma che li rende subito obsoleti, e il singolo passa da un consumo all’altro in una sorta di bulimia senza scopo” (Quotidiano Nazionale 9 gennaio 2017).
Una descrizione non dovrebbe essere una direzione ma forse, oggi che abbiamo un livello altissimo di conoscenza, è proprio un discorso sulle possibili direzioni quello che dovremmo fare.
Forse le possibilità sono il luogo dell’essere...