Ho pensato molto in questo periodo a individuare quel punto o quei punti in cui la tecnologia, quella sfera della tecnologia legata all’uso quotidiano (internet, PC, portatili, tablet, smartphone e altri dispositivi smart) avesse perso la sua funzione di soddisfare un bisogno e avesse iniziato a indurne, in modo da diventare pervasiva delle nostre vite.
Mi sono chiesto fino a quando l’evoluzione di internet e dei dispositivi di uso quotidiano ad esso collegati, ci ha reso un servizio, piuttosto che costruirci un legame.
Più volte ho nominato lo smartphone in modo negativo, eppure, dopo tutto questo pensare, mi rendo conto che come sempre accade il problema non é lo strumento, ma l’uso che ne facciamo. Non é lo smartphone in sé che ci tiene incollati (seppur il livello di immersività incida molto e resto fermamente convinto che non andrebbe dato sotto i 14 anni) ma ciò che viene veicolato attraverso di esso.
Le app.
Per parlarne considererò tre aspetti: il legame, la gratuità e il riscaldamento globale.
Credo che sia questo il punto di svolta: il momento in cui non si é più dovuto aprire un browser e cercare un sito ma semplicemente toccare un’icona di cui abbiamo finito per riempire i nostri schermi.
Che c’entra? Chiederà qualcuno. Alla fine andare su un sito o premere una app, che differenza vuoi che faccia?
A livello meccanico non molto. Se penso che nel browser posso avere una lista di preferiti oppure lasciare più schede aperte, ribadisco, effettivamente poco.
Ma a livello neuropsicologico vedere tutte le icone lì pronte all’uso oppure non vederne fa molta differenza. Quante volte prendiamo il telefono in mano per “fare” una cosa e poi ne “facciamo” altre dieci? (Il verbo fare lo metto tra virgolette perché in realtà non si fa un bel niente quando si preme un disegnino con il pollice).
A mio avviso il meccanismo delle app, con la loro infinita semplicità di utilizzo, con i loro trucchetti (tipo mandare notifiche, o avere un numerino sopra se ci sono eventi da controllare), crea un legame di tipo tossico.
Io stesso, quando prendo il cellulare in mano, apro la app dell’Huffington Post e poi, a seguire, quella dello sport, ed infine quella di Flipboard per le pagine di tecnologia e motori. Mi limito perché sono le uniche tre app, diciamo di svago, che ho installate. Eppure anche se mi limito, in automatico le apro sempre tutte e spesso lo faccio ogniqualvolta prendo il cellulare in mano. Capita solo a me?
Le app, trovano poi nello smartphone, come dicevo poco sopra, il veicolo perfetto per poterci condizionare…
P.s. Bisognerebbe fermarsi alle app di servizio perché non sono quelle che ci condizionano o ci portano ad un uso spasmodico del nostro tempo: la app della banca, quella per i biglietti del treno, del cinema, del teatro e così via