Primo aneddoto.
Alcuni mesi fa ricevo una telefonata da un paziente.
-Dottore mi scusi ma devo rimandare l’appuntamento di domani perché devo fare un tampone. Sa sono un po’ raffreddato-.
-Si figuri, sta rispettando le regole quindi bene così. Sbaglio, però, o la sento preoccupata?-
-Beh, un po’-
-Scusi ma non ricordo: lei a che punto é dei vaccini?-
-Ho fatto la seconda dose da circa 30 giorni-
-Ah ma allora é nel massimo della copertura, in più mica é vecchio lei!- (uomo di circa 45 anni).
-Lo so, ma ho chiamato il dottore che mi ha detto di stare attento, di chiamarlo appena sento qualcosa e di procurarmi un saturimetro da tenere in casa-
-Guardi, non mi permetto di contraddire il suo medico ma oltre a seguire le sue indicazioni le consiglio di pensare a cosa fare per ingannare il tempo. Libri da leggere, riviste, serie TV e così via, perché se fosse positivo, a mio avviso la attendono giorni molto noiosi- e così é stato.
Secondo aneddoto.
In questi giorni parlo con un paziente giovane, con terza dose già effettuata, e mi racconta di quanto é stato male a festeggiare la vigilia di Natale a cena con la sua famiglia.
-Ho dovuto controllare tutto, apparecchiare in modo da stare distanti, aprire le finestre, richiamare gli altri se si mischiavano troppo e stare a distanza da tutti e il più possibile con la mascherina-.
Essendo un paziente che conosco da diverso tempo non ho chiesto perché facesse questo, sapendo che lo faceva per rispondere al forte senso di responsabilità su cui si basa la sua personalità.
-Capisco e credo tu abbia fatto il possibile, però anche i tuoi familiari hanno fatto il possibile vaccinandosi. Forse é comprensibile che ora vogliamo sentirsi più liberi di stare insieme-
-Lo so, ma io ho paura di costringerli a una quarantena o di farli ammalare perché sono vaccinato e potrei essere positivo senza saperlo. Io leggo tanto, lei lo sa, e se mi viene detto che il vaccino protegge ma di stare comunque mega attenti a non ammalarsi, allora io non sono più così tanto convinto che i miei genitori se gli attacco il covid non finiscano in ospedale-
Bateson, uno dei membri della Scuola di Palo Alto in California (nome assunto dal Mental Research Institute per la convergenza al suo interno di menti fenomenali come quelle di Watzlawick e Haley), elabora il concetto di doppio legame durante i suoi studi sulla schizofrenia.
Il doppio legame avviene quando il messaggio verbale e quello non verbale della stessa comunicazione non sono congrui tra loro.
La madre che dice al figlio -non preoccuparti, io sto tranquilla se vai a ballare- ma la sua postura é rigida, invia un doppio messaggio al figlio e il figlio non sa a quale credere.
Ma é l’aspetto non verbale, o implicito, che scava dentro la persona e struttura il suo vissuto emotivo.
Questo é ciò che accade oggi con i vaccini.
Se un medico, lo stesso medico che mi ha invitato ad aderire alla campagna vaccinale per essere tranquillo in caso di contagio, nel momento in cui rischio di essere positivo mi dice allarmato di controllare tutto, io mi ritrovo in una situazione di doppio legame da cui si sviluppa ulteriore malessere interno.
Se mi viene detto “vaccinati per stare al sicuro con i tuoi cari”, e al tempo stesso si passa il concetto di essere ancora più pericolosi per gli altri (senza differenziare se sei con altri vaccinati o no), finisco in un doppio legame che porta a logorarmi e a dover tenere tutto sotto controllo ancora di più rispetto a quando non ero vaccinato, perché ancora di più ho la probabilità di essere completamente asintomatico.
Il doppio legame è il metodo comunicativo che più di ogni altro conduce alla follia e alla distorsione del piano di realtà. L’unico modo per liberarsi da questa comunicazione è abbandonare il campo, che, in questo caso, significherebbe il completo ritiro sociale.
Questo tipo di comunicazione “schizofrenica” fa male alle persone ma soprattutto fa male alle persone buone. Fa male a quelle persone che considerano importante comportarsi in modo eticamente giusto. Fa male a tutte quelle persone che hanno a cuore la propria famiglia, i propri amici e la società tutta, e che invece finiscono per sentirsi non visti nei loro sforzi e ancor più percepiti dagli altri come esagerati e rompiscatole.
Queste persone stanno crollando e noi continuiamo a non rendercene conto.
Continuiamo a non renderci conto di quanto il messaggio implicito sia infinitamente più potente di quello esplicito sulle emozioni che prova la persona.
Continuiamo a parlare di psicologia solo a tempo perso e non come di qualcosa che deve essere considerata se vogliamo creare benessere.
P.s. Qualcuno potrebbe farmi notare che sto scrivendo fuori tempo massimo, perché proprio di questi giorni é la decisione di annullare le quarantene per i vaccinati da meno di 4 mesi. Questo fatto, potrebbe essermi detto, porterebbe con sé il messaggio implicito che il vaccino ci rende davvero liberi.
Non è così. Sono i presupposti logici che danno significato a un messaggio, non il messaggio in sè.
Quello di definire un tempo per cui un vaccinato potesse mettersi alle spalle quarantene e tracciamenti, lo dico da mesi. Se si voleva fare arrivare il messaggio che il vaccino rende liberi, le regole avrebbero dovuto veicolare questo messaggio fin da subito (non dimentichiamo che le conferme che il vaccino evita la terapia intensiva le avevamo già da Inghilterra e Israele).
Il fatto che oggi, con contagi sopra i 100000 (contagi a mio avviso non aumentati ma solo resi finalmente evidenti) si arrivi a quanto proponevo io, in un governo che ha sempre comunicato di seguire la linea della prudenza e del rigore, sa di paradosso.
Non si arriva a questa decisione di abolire le quarantene attraverso un ragionamento sul disagio psichico ma ci si arriva perchè le feste hanno scoperchiato il vaso di pandora delle migliaia di persone positive ma asintomatiche, ritrovandosi così con migliaia e migliaia di lavoratori in casa.
In termini di coerenza, questo stato di cose doveva essere vista come un’occasione per dare un bel colpo al virus, essendo riusciti ad isolare i famosi asintomatici.
Ci avrebbe atteso un mese di disservizi ma sarebbe stato un mese molto importante nella lotta al contenimento del virus.
A ben vedere si continua a seguire solo l’economia…