Prima di lasciare l’argomento scuola dovevo chiedermi se la mia fosse solo ideologia e per farlo ho chiesto conforto ai numeri. I prossimi articoli non parleranno più di scuola ma di futuro, tecnologia e comunicazione.
Lo so che sono passati pochi giorni da quando ho pubblicato un articolo sulla scuola ma inizio a sentirmi come quello che filosofeggia in mezzo ai palazzi che crollano sotto le scosse di un terremoto.
Molti dicono di chiudere le scuole di ogni ordine e grado anche in zona gialla e arancione, e qualcuno già lo sta facendo, e io continuo a non capire. Allora mi chiedo: sono cieco oppure c’entra qualcosa la ripetizione?
Me lo chiedo perchè in psicologia, così anche nel marketing, sappiamo che un concetto ripetuto più e più volte, viene percepito come vero. Questo accade, e qui entrano le neuroscienze, perchè la traccia mnestica di quel concetto si solidifica, il nostro cervello non deve più faticare per farlo riemergere e quindi viene percepito come vero. Per capirsi, è il meccanismo su cui si fondano tutti gli stereotipi.
Per cercare una risposta, devo tornare ai numeri e, per leggerli bene, devo ricordarmi di includere nel ragionamento la variabile del colore delle regioni, perché é ciò che definisce più o meno movimento di adulti e famiglie. Per compredere se questa variabile ha un peso, mi aiuta il fatto che, fino al recentissimo passato, la scuola si é mossa sempre nello stesso modo: asili e primarie sempre in presenza, così come la prima media, mentre la seconda e terza media chiuse solo in zona rossa. Quindi la maggior parte degli studenti è sempre a scuola o in grandissima parte a casa (gli alunni delle scuole medie superiori).
Mi affido ai report mensili dell’istituto superiore di sanità.
Periodo dal 19 ottobre al 1 novembre 2020:

In questa data le regioni non erano ancora suddivise in colori a seconda della fascia di rischio.
Periodo dal 16 novembre al 29 novembre 2020:

Regioni rosse: Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta
Regioni arancioni: Puglia e Sicilia
Regioni gialle: le restanti
Periodo dal 21 dicembre 2020 al 3 gennaio 2021:

Regioni rosse: nessuna
Regioni arancioni: Abruzzo, Campania, Toscana, Valle d’Aosta
Regioni gialle: le restanti
Periodo dal 18 gennaio al 31 gennaio 2021:

Regioni rosse: Lombardia (per una settimana a causa di un calcolo errato), Sicilia
Regioni arancioni: Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli, Lazio, Liguria, Marche , Piemonte, Puglia, Umbria, Val d’Aosta, Veneto
Regioni gialle: Basilicata, Campania, Molise, Sardegna, Toscana
Riporto inoltre l’articolo di sabato 27 febbraio de La Nazione in cui si evidenziava come il boom dei contagi in Toscana fosse nella fascia di età tra i 18 e i 50 anni (in particolare tra 25 e 50).
Se confrontiamo la percentuale di contagi nella fascia di età 0-18, vedremo che da un dato di partenza del 14,5% di fine ottobre, si scende a una media dell’11% tra novembre e dicembre.
La percentuale risale al 15,7% nel report del 18 gennaio, eppure le regole nelle scuola non erano cambiate ed ancora non poteva essere usato il jolly della variante inglese (scusate se lo definisco jolly, ma mi smbra che dare la colpa alle varianti sia solo un modo per deresponsabilizzarci).
La mia lettura è questa.
La percentuale di contagio nella fascia di età presa in esame, cala fino a gennaio, per vari motivi più di natura sociale che virale (rispetto alla natura di un virus stagionale dovevamo semmai aspettarci l’aumento, come tendenzialmente accadeva per le influenze): diverse regioni sono entrate in zona rossa e questo da un lato blocca quelle regioni, dall’altro crea quel clima di paura che porta tutti a stare più fermi; il brutto tempo (e su questo molti mi dirideranno) è un fattore da tenere in grande considerazione perchè con la pioggia i genitori prendono i figli e tornano a casa e lo stesso fanno gli adolescenti, con il bel tempo invece ci si aggrega e spesso senza regole.
Il fattore meteo e allentamento delle zone rosse influenza la risalita di gennaio: in molte zone d’Italia a gennaio è nevicato e poi ci sono state giornate bellissime: colline e montagne erano piene zeppe di persone a fare pallate, scivolini e quant’altro, certo non solo all’interno del proprio nucleo familiare. Le belle giornate e il fatto che queste arrivassero a seguito di un periodo natalizio vissuto in solitudine, ha portato molte persone a prendere i figli da scuola e dar vita ad occasioni di assembramento. I ragazzi hanno ripreso a girare. Nelle zone arancioni e gialle, senza più l’influenza della paura, piazze, ristoranti, giardini erano tutti pieni.
I dati dimostrano che il covid esiste anche nella fascia di età tra 0 e 18 anni e anche se sapessimo con certezza che una parte di questi contagi sono dovuti alla scuola, non é la scuola che traina l’emergenza, semmai, come ho scritto altrove, la mette in luce.
Esempio chiaro é Milano: i vari siti internet riportano la gravità del fatto che nella settimana tra il 15 e il 21 febbraio ci sono stati ben 409 alunni positivi, concludendo che le scuole devono chiudere.
In quella settimana Milano ha fatto registrare 4225 casi, quindi 3816, sono adulti.
Le scuole hanno un rischio, sicuramente. Come fare sesso occasionale: puoi indossare correttamente il profilattico, averlo conservato correttamente, stare attento che non ci sia aria, non riutilizzarne uno usato (sembra di dare le indicazioni per la mascherina, vero?), ma questo non elimina la possibilità che possa rompersi e si possa prendere una malattia.
Mi sembra che pensare che chiudere la scuola risolva il contagio di covid-19, equivalga a pensare che il riscaldamento climatico si blocchi se spengiamo tutti i led dei televisori.
L’unica soluzione che dimostra efficacia é la zona rossa rigida, perché impedisce i movimenti superflui impedendo i contatti.
A forza di tweet, post, titoli di giornali, ci si convince di una verità non dimostrabile dalla lettura dei numeri, come quando sentiamo un pezzo alla radio e diciamo “maremma é inascoltabile” poi lo passano di continuo, iniziano ad utilizzarlo per dei jingle, per dei balletti, per degli spot e magicamente quel pezzo iniziamo a cantarlo anche noi e ci sembra davvero bello…
Tommaso Sardi
P.S. mi faccio prendere un’altra volta in giro rivelandovi quello che secondo me è il posto più pericoloso della terra, che non viene invece mai inserito nei luoghi a rischio: il bagno di un ristorante. Pensateci: è il luogo più piccolo e meno areato del mondo, dove passano un’infinità di persone e dove tutti si tolgono la maschierina per respirare liberamente almeno il tempo della pisciatina. Quale aria si respira? Meglio farla ad un albero!
tommaso.sardi@live.com
01-03-2021